L’Illuminismo cattolico nell’orbe ispanico. Problemi e definizioni per il secolo XXI

14may16:0019:00L’Illuminismo cattolico nell’orbe ispanico. Problemi e definizioni per il secolo XXI16:00 - 19:00(GMT+00:00)

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14/05/2025 16:00 - 19:00(GMT+00:00)

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Il prossimo 14 maggio alle ore 16.00, su Stroncature verrà presentato il ventiduesimo seminario di “VECCHI E NUOVI MONDI, visioni politiche e attori sociali tra antico e nuovo regime”, Titolo del seminario "L’Illuminismo cattolico nell’orbe ispanico. Problemi e definizioni per il secolo XXI".

Il seminario è rivolto in particolare agli studenti del corso di Dottorato in Storia, Storia dell’Arte e Archeologia del Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia (DAFISt) dell’Università degli Studi di Genova, ed è valido per l’ottenimento di CFU “altri”.

Coloro che assisteranno all’intero incontro potranno richiedere l’attestato di frequenza al prof. Emiliano Beri (emiliano.beri@unige.it).

A parlarne sarà il professor Antonio Annino, già docente di Storia e Istituzioni dell’America Latina presso la “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze.

Introducono: il prof. Emiliano Beri, il prof. Marco Natalizi e la prof.ssa Chiara Vangelista.

La questione della Ilustración Católica costituisce uno snodo importante del libro in corso d’opera, lo si può (e lo si deve) indagare nei suoi precedenti, ma anche (e soprattutto) nelle le sue eredità irrisolte; come un crocevia di tante storie e storiografie.

La lezione procederà per approssimazioni successive. Prima ancora di definire l’Illuminismo cattolico ispanico si effettuerà un cleaning up del termine Illuminismo, per ricordare che la sua natura “fondante” delle “nostre” libertà fu una costruzione del sec. XX, e non del sec. XIX, e che si perse per via il suo genealogico rapporto con la rivoluzione scientifica. Il nucleo del mio intervento è infatti la riscoperta di una priorità tutta politica del Settecento: l’imperiosa necessità per gli establishments (cattolici e protestanti), di tradurre gli esiti della rivoluzione scientifica in sapere politico. 

La storiografia del secondo dopoguerra vincolò invece il Settecento riformatore al solo anti-assolutismo, più meno “radicale” (perfino “democratico”), e anticattolico.  La lezione di Venturi (attento anche allo Stato Pontificio) restò pallida, sullo sfondo, malgrado le deferenti citazioni. 

   Da qui, la seconda approssimazione. Le vicende dell’orbe ispano-atlantico sono state segnate da quella che Antonello Gerbi chiamò la Disputa del Nuovo Mondo. Quell’opera “inattuale” va ricordata perché irrinunciabile: quel libro scritto nell’esilio peruviano da un insigne studioso del Settecento, riparato in America perché ebreo, è una sorta di “memoria del sottosuolo” di un’altra Leggenda Nera, consumata nel passaggio drammatico dal XVIII secolo dei Lumi al XIX secolo della Storia, quella di un continente (l’America del Sud) “senza storia”, con un divenire negativo del suo “essere nel mondo”. Quella Disputa si è riprodotta con altre versioni fino a noi, e dunque va attualizzata criticamente per ubicare il nostro tema in una prospettiva comparata nel tempo e nello spazio. 

   Con la terza approssimazione si entrerà nel problema de la Ilustración católica, che sarà affrontata nella seconda parte della lezione. Si proporrà una prospettiva differente da quella canonica, per l’appunto figlia della Disputa, che escluse quell’orbe dalla storia “illuminata” perché cattolico e assolutista. Si insisterà sulla necessità di spostare oggi l’asse storiografico settecentesco dalle “libertà” alla “rivoluzione scientifica”, intesa come il pensare la politica della monarchia come “scienza del governo” fondata sul “more geometrico” “cartesiano” e persino “leibniziano”, ipotesi nient’affatto respinta da molta teologia ispanica, ovviamente cattolica. Né si tratta di verificare se l’impresa ebbe successo o no, ma di enuclearne i suoi contrastanti cammini che si riversarono poi sul sec. XIX dell’Atlantico ispanico. Un fenomeno di “riproduzione” attiva, e non di “continuità” passiva. Al suo centro, la questione crucialissima e (molto) conflittuale sul come ridefinire lo “jus naturae” cattolico nei suoi necessari rapporti con il costituzionalismo liberale. Molti dubbi e molte domande nascono lungo la nostra riflessione. E contano in questo momento più delle risposte. Oggi il dilemma è se la razionalità della scienza sia ancora compatibile con la razionalità della politica. Ma la questione nacque per l’appunto in quel Settecento e in quell’Occidente, protestante e cattolico. Allora ispirò ottimismo, oggi no, non è recente (come si crede), ma antica. E semina dubbi su visioni più o meno “globali” della storia.

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